Semplice e disarmante è arrivata quella domanda di Papa Francesco che, se presa sul serio, diventa una tortura della coscienza.
"È stato fatto tutto il possibile per evitare la guerra?". E non credere che il tormento sia rivolto soltanto ai potenti che giocano sull'Ucraina come fosse una scacchiera senz'anima. Ciascuno deve sentire dentro l'urgenza, l'eco, il moto incalzante e perentorio di quel dubbio. E si deve capire che "evitare la guerra" sostituisce le parole "preparare la pace". Purtroppo la convinzione che la pace si ottiene preparando la guerra ci abita dentro tanto sul piano globale delle relazioni tra i popoli che nei micromondi del quotidiano e del casareccio, del lavorativo e del vicinato di condominio. E allora diventa normale che si sfoci nella guerra preventiva. Ovvio – sia detto con tragica e paradossale ironia – sempre per preparare la pace. Ma io "ho fatto tutto il possibile per evitare la guerra?". E tu? Forse è questa, in definitiva, la domanda più autenticamente quaresimale. Vitale.