Un manifesto per l’accoglienza: uno strumento per le chiese di ogni denominazione per dire no alla xenofobia.
Elena Ribet
Il Consiglio della Federazione delle chiese evangeliche in Italia (Fcei) ha approvato ad agosto un “Manifesto per l’accoglienza” per dire no alla xenofobia. “Ogni forma di razzismo è per noi un’eresia teologica” si legge nel documento, che si apre con alcune citazioni bibliche sull'accoglienza e sui diritti dello straniero. “Fui straniero e mi accoglieste” ricorda l’evangelista Matteo nel capitolo 25, ma anche “Maledetto chi calpesta il diritto dello straniero”, dice il Deuteronomio. “Non c’è qui né Giudeo né Greco… perché voi tutti siete uno in Cristo Gesù” si legge in Galati 3. L'Evangelo di Cristo, quindi, abbatte le differenze etniche e “ci chiama a essere una chiesa aperta”.
Nato in risposta al clima sociale e politico che ha portato alla chiusura dei porti, all'esasperazione nel linguaggio e nei discorsi di odio, il Manifesto per l’accoglienza della FCEI si sviluppa in 8 punti e ribadisce la falsa contrapposizione tra accoglienza degli immigrati e bisogni degli italiani. Inoltre, sottolinea la buona pratica dei corridoi umanitari, invita allo scambio interculturale nel quadro dei principi della Costituzione, alla protezione internazionale e alla tutela dei diritti, a un linguaggio rispettoso della dignità e a una presa di posizione contro xenofobia e razzismo, denuncia l’esasperazione del dibattito pubblico sul tema delle migrazioni. Negli ultimi due punti, la FCEI fa appello alle chiese sorelle dell’Europa perché accolgano quote di richiedenti asilo e spingano i loro governi a promuovere politiche di condivisione dei flussi migratori in un quadro di solidarietà e responsabilità condivise, richiamando all'amore di Dio, che è più forte degli egoismi di individui e di nazioni.
Le stesse parole del Manifesto sono state usate lo scorso 30 settembre durante la manifestazione “Intolleranza zero” convocata da Aned, Anpi e Sentinelli su cartelloni che le chiese protestanti di Milano hanno portato nella “Bolla del silenzio” all'interno del corteo.
Il manifesto, realizzato su iniziativa del Consiglio Fcei e sollecitato fra l’altro dalle locali comunità di fede, è stato accolto con entusiasmo dal Sinodo delle chiese metodiste e valdesi. “È uno strumento prezioso che, a partire dalle parole di Gesù, ci ricorda non solo la nostra vocazione, ma anche il mandato biblico dell’amore per il nostro prossimo e per lo straniero. E, poiché ciascuno di noi è straniero per qualcun altro, accogliendo lo straniero amiamo anche noi stessi” ha commentato la pastora valdese Maria Bonafede. Il manifesto è stato fatto proprio anche dagli scout del Marghera, durante il loro pellegrinaggio a piedi verso Santiago di Campostela ad agosto, ed è approdato negli Stati Uniti, dove l’American Waldensian Society (AWS), nel commentare lo spirito con cui è nato, lo paragona alla dichiarazione di Barmen che le chiese confessanti di Germania adottarono nel 1934 in opposizione ai nazisti.
“Da mesi ascoltiamo parole violente e cariche di rancore nei confronti degli immigrati, che nel cuore dell’estate sono state seguite da gesti xenofobi e razzisti verso italiani con la pelle nera, richiedenti asilo, rom. Come cristiani evangelici riteniamo che il limite della tollerabilità di questo linguaggio e di questi atteggiamenti sia stato ampiamente superato e per questo abbiamo deciso di lanciare il messaggio chiaro e forte che noi non ci stiamo. Anche se oggi è impopolare, affermiamo che noi evangelici siamo per l’accoglienza degli immigrati e dei rifugiati, per la tutela delle vite di chi fugge da guerre e persecuzioni attraversando il Mediterraneo, per l’integrazione. Lo facciamo con uno strumento semplice ma capillare quale un manifesto che speriamo possa essere affisso sul portone di ogni chiesa evangelica” ha dichiarato il presidente Fcei, Luca Maria Negro.
Per chi si trova a Roma e dintorni, è possibile ritirare una copia cartacea del Manifesto, disponibile anche in inglese, da affiggere ai portoni o nelle bacheche delle proprie chiese, presso gli uffici della FCEI.
Il Manifesto è inoltre scaricabile sul sito www.fcei.it e www.mosaicodipace.it (mosaiconline)