“Insensato atto di brutalità”, queste le parole di Papa Francesco sull’attentato del 21 gennaio scorso in Piazza Tayaran a Baghdad nel quale hanno perso la vita oltre 30 persone e un’ottantina sono rimaste ferite.

Due attentatori si son fatti esplodere nei pressi di un mercato di vestiti usati in una zona molto affollata della capitale irachena. L’accaduto, inoltre, oltre a generare paura e terrore, ha colpito la fascia più fragile della popolazione. A Baghdad episodi suicidi non avvenivano dal giugno del 2019, in cui hanno perso la vita 7 persone e 20 i feriti. “Hanno voluto”, ha dichiarato il Patriarca caldeo Sako, “mandare un messaggio di morte che forse ha a che fare con il ritiro dei soldati Usa dal Paese, o con il progetto elettorale”. In questo scenario di violenza è opportuno ricordare che il governo italiano ha recentemente revocato la vendita di bombe e missili all’Arabia Saudita ed Emirati Arabi, accolta con clamore dalla Rete italiana pace e disarmo e nel rispetto della legge 185/90 che vieta l’esportazione e il transito di materiale di armamento verso i Paesi in stato di conflitto armato e che il 22 gennaio scorso è entrato in vigore il Trattato per la proibizione delle armi nucleari a cui, però, l’Italia non ha aderito.